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Regole semiserie per scrivere la tua About Page

Chi sono. Chi siamo. About page.

Chiamala come ti pare, ma aggiungila al sito web della tua attività oggi stesso.

«Mah, la fai facile tu… E cosa dovrei scriverci?» potresti ribattere (a ragione).

In effetti, comunicare chi sei, cosa sai fare e perché non è una questione di poco conto. Da un lato devi conoscere dalla A alla Z gli obiettivi del tuo business, i suoi punti di forza e le aspettative del target che entra ed esce dal tuo sito web – sgattaiolando dalla finestra o saltando dalla homepage ai contatti senza neppure bussare. Toc-toc! Dall'altro, poi, devi trovare le parole giuste, parole parlanti.

Nel corso della mia esperienza in Ghostwriter ne ho viste di tutti i colori. Tra i nostri committenti, non manca mai il professionista sfuggente come un pilota di Formula 1 – la cui about page è più ermetica e sbrigativa dei versi di Ungaretti – e quello intimorito all'idea di spiegare quel che sa fare. Per amor di completezza, mi tocca citare gli imprenditori affetti da un leggero (?) disturbo narcisistico della personalità – un esempio? «Siamo leader nel settore della coltivazione di cactus d'appartamento dal lontano 1752» e quelli che, di contro, fanno dell'incoerenza il loro cavallo di battaglia, in stile: «Crediamo nei valori della tradizione, del progresso, della storia e del futuro». Non si sa come, ma guai a contraddirli. A ogni modo, bisognerebbe tenersi alla larga dal vizio dell'autocelebrazione, soprattutto se accompagnata da una scarsa capacità di sintesi.

Difficilmente il cliente che fa capolino nella tua about page, infatti, è interessato alle fotografie del tuo matrimonio a Capri, oppure ai pastrocchi ehm, dicevo, ai capolavori di arte contemporanea realizzati ai tempi della scuola elementare.

In medio stat virtus, la virtù sta nel mezzo.

E dal momento che una pagina "Chi siamo" può davvero salvarti la carriera, è opportuno vestire i panni dei lettori per scrivere esattamente quel che loro si aspettano (o sperano) di trovare.

I bisogni del cliente raccontati con la tua voce

«Frena, frena! E che vuol dire?»

Te lo spiego subito.

Innanzitutto, tieni bene a mente che non tutti gli utenti planati sul tuo sito web faranno doppio click sull'about page. Eppure, quelli che si metteranno in contatto con te sicuramente saranno andati a leggerla. Ecco svelato il motivo per cui A) non dovresti nascondere la tua storia nei meandri più oscuri del tuo sito, quelli in cui neppure lo sviluppatore più ardito avrebbe il coraggio di spingersi. Per giunta, B) ricorda che la vendita online è una questione di fiducia. Dietro ai nickname "Pulcinospennato" o "Tortalcioccolato" si nascondono persone in carne e ossa, desiderose di mettersi in contatto con altre persone in carne e ossa.

Insomma, acquisteresti mai un paio di scarpe da un venditore senza nome, senza volto e senza voce? Beh, io no di certo. E allora, dopo aver trovato le parole più giuste per descrivere quali sono le tue competenze e come puoi risolvere i bisogni del tuo target alla velocità della luce, aggiungi all' about page una bella foto in primo piano, luminosa, chiara e non troppo impostata – non siamo al museo delle cere, suvvia! – e, possibilmente, senza smorfie strane, espressioni ammiccanti o dita a V in segno di vittoria come se avessi trionfato ai mondiali di calcio.

Senza dilungarci troppo, tieni a mente la regola aurea della presentazione perfetta: introduci chi sei, esprimi la tua scoppiettante personalità e trasmetti le competenze professionali che ti caratterizzano senza dilungarti in autocelebrazioni. Quel che conta è la percezione del cliente. Nient'altro.

3 consigli e 2 errori da evitare per una about page con i fiocchi

Spero di averti trasmesso, a grandi linee, l'identikit di una about page scritta bene. Quest'ultima è una presentazione strategica non dissimile da qualsiasi altra pagina di vendita commissionata a un copywriter o a un mago delle parole. Le aziende possono sfruttarla per dare un volto ai membri del team, i professionisti sono liberi di servirsene per evidenziare quali sono i loro punti di forza (e perché dovrebbero essere scelti nel mare magnum dell'Internet).

Di conseguenza:

  • Trova un tono di voce che sia coerente alla tua attività. Non sforzarti a tutti i costi di essere vivace, giocoso e giovanile se credi di essere il cugino illegittimo della famiglia Addams.
  • Sii chiaro e informativo. Un utente che non capisce quel che fai non comprerà a scatola chiusa il prodotto e/o il servizio che offri.
  • Comunica gli aspetti rilevanti della tua carriera in maniera adeguata e utile, ovvero orientata alle esigenze del target. E diciamolo una volta per tutte: le tante espressioni in stile «soluzioni all'avanguardia», «leader nel settore», «standard di qualità» e «rapporto qualità-prezzo» sono un repellente anti-clienti. Suvvia, un po' di originalità!

Passiamo agli errori:

  • Paroloni, paroloni, paroloni! Insomma, siamo contenti del fatto che tu possa definirti un full stack developer, un UI/UX designer in Figma, un web content strategist e uno chief data analytics officer. Ma che vuol dire? Ricorda di non dare nulla per scontato, perché il tuo prossimo cliente potrebbe aver bisogno di te… senza saperlo! Traduci ogni concetto astratto in spiegazioni dettagliate, chiare e, soprattutto, pragmatiche.
  • Infine, non commettere l'errore di lasciare il cliente in balia del vuoto (cosmico e interiore). Dopo aver letto chi sei e quel che sai fare, l'utente dev'essere indirizzato a compiere un'azione – contattarti, mandarti un'e-mail, scriverti su WhatsApp, prenotare un incontro conoscitivo e chi più ne ha, più ne metta. E allora, piazza in fondo alla tua about page un bel pulsante di Call To Action in colori sgargianti per invogliare il target a scoprire i tuoi servizi nel dettaglio.

Per oggi è tutto.

Ti ricordiamo che puoi scopiazzare, ehm, prendere spunto dai siti web che ami di più o, in alternativa, raccontare la tua storiella professionale a uno scrittore fantasma. Noi di Ghostwriter scriviamo il copione della carriera che hai (o hai sempre sognato di avere) selezionando soltanto le parole migliori: quelle che parlano di te.

 

 

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