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L’impaginazione. Tre macro-errori (assolutamente) da evitare
Identico a sé stesso da decenni, il "libro stampato" ha una struttura solo apparentemente semplice ed evidente. In realtà, il suo è un format che rispetta una serie di regole nascoste che è indispensabile tu conosca.
L'argomento è serio, dunque serve concentrazione.
Procurati una pila di libri, scelti a caso tra vari editori, e mettiti comodo. Serviti pure qualcosa da bere (meglio se analcolico, ne guadagna l'efficacia della sessione) e prendi il primo volume. Inizia a sfogliarlo. Posalo, ripeti l'azione con un secondo e continua così con altri quattro o cinque.
Se hai fatto caso alle prime pagine, ti dovresti essere accorto di un dettaglio fondamentale. Indipendentemente dal tipo di edizione – economica, di pregio, lussuosa o standard – la copertina è sempre seguita da una pagina bianca o al massimo marchiata dal logo dell'Editore. Il retro della prima è anch'esso bianco. Di norma, lo stesso accade per la seconda, che altrimenti riporta il solo titolo dell'opera. Sul suo retro, una serie di informazioni "tecniche" quali la data di pubblicazione, il numero dell'edizione, i riferimenti allo stabilimento tipografico e ai diritti di copyright, note dell'Autore o su quest'ultimo.
Qualcosa di simile si ripete in fondo al testo. Prima del retro di copertina, compaiono una o due pagine completamente bianche, al più con l'indicazione "finito di stampare…".
Abbiamo appena ripercorso le cosiddette "pagine di rispetto" o "di guardia", introdotte a suo tempo dai tipografi per proteggere la parte più importante di una pubblicazione, vale a dire lo scritto o le immagini. Ancora oggi, la presenza di questi fogli bianchi e comunque di servizio è uno standard fisso nell'editoria.Non rispettarlo costituirebbe la violazione di una convenzione tecnica e porrebbe soprattutto seri problemi in sede di stampa o di riproduzione digitale.
Come avrai intuito, per costruire lo scheletro di un testo destinato alla pubblicazione, ci sono dei paletti alquanto rigidi che devi osservare. Vediamo cosa evitare assolutamente per non incorrere in ritardi nella stampa o addirittura in richieste di ricomposizione del format.
Errore uno – destrutturare la struttura
Si è detto: la prima tra tutte le pagine interne è bianca, il suo retro pure o al più ospita i dettagli tipografici.
Poi, il titolo del libro non potrà mai finire su una pagina pari – vale a dire sulla facciata di sinistra guardando il libro completamente aperto. Per i titoli dei capitoli, invece, non ci sono vincoli.
L'indice può trovare posto all'inizio o alla fine (è sostanzialmente indifferente), ma deve in ogni caso comparire su una pagina dispari, dunque in facciata di destra.
Errore due – pasticciare i margini
I programmi di scrittura al computer – dal più diffuso e sempre valido Word, a quelli specialistici per l'editoria – prevedono i margini in automatico, lasciando tuttavia libertà di revisione.
Nei file di testo destinati alla pubblicazione, su carta o digitale, lo standard prevede che lo scritto occupi un'area leggermente decentrata rispetto agli assi della pagina.
Di conseguenza, ricorda che il margine inferiore e quello verso il bordo esterno sono più ampi dei rimanenti. Nel margine inferiore trovano di solito posto i numeri di pagina – centrati o nell'angolo. Attenzione che, se ci sono pagine bianche, queste ultime sono da conteggiarsi nella progressione dell'indice, ma rimangono comunque vuote (senza degli inestetici numeri naufraghi).
Errore tre – dimenticare rientri, righe orfane e isolate, sillabe e parole tronche
Per ragioni di cortesia verso il lettore, nonché di eleganza del testo, paragrafi e righe vanno gestiti con cura.
La prima parola di un nuovo paragrafo "rientra" di qualche millimetro rispetto al corpo del testo. Ciò aiuta a seguire lo svolgersi del racconto o dei dialoghi. Le pagine non dovrebbero concludersi con una riga orfana, intesa come la prima riga di un nuovo paragrafo che poi si sviluppa nella pagina seguente. Allo stesso modo, una riga isolata, ovvero l'ultima riga di un paragrafo, non dovrebbe aprire una nuova pagina. Infine, dovresti cercare di evitare che una sillaba finisca, sola e raminga, a occupare un'intera riga: "to", "sfi" o simili sono in effetti bruttini da parcheggiare in solitudine.
Arrivati a questo punto, è possibile ti abbia raggiunto uno stringente cerchio alla testa.
La caraffa di sangria ha una sua qualche responsabilità (si era detto di preferire gli analcolici…), ma è pur vero che tutte queste prescrizioni fanno la loro parte. Sono comunque aspetti importanti che ti permettono di evitare di scivolare sul binario morto del bricolage (vedi "fai-da-te").
Hai sempre un'ottima alternativa: lavora con noi. I grafici di Ghostwriter una soluzione la trovano sempre, il risultato finale sarà assolutamente allineato ai migliori standard professionali di settore.
Adesso sì… prosit!
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