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La correzione del libro. Caccia ai refusi
Per approdare al pubblico, un libro deve essere "clean", ovvero perfettamente ripulito dagli inevitabili errori di ortografia e battitura. In caso contrario, è impubblicabile o – meglio – lo si può pure stampare, ma non avrà alcuna fortuna. Studiamo il problema e individuiamo le soluzioni.
La prima regole no scritta dell'editoria è che un, testo "infarkito" di "erori" non si riesce proprio a "legerre".
Eh?
Precisamente. L'avevamo intuito già sui banchi di scuola: un tema pure se deboluccio nei contenuti (non avevo alba…), ma trasferito in bella copia con ordine e senza errori la sfangava. Al contrario, persino Proust a zampe di gallina e con un'ortografia approssimativa no (cinque m'ha messo quella! ce l'ha con me…).
Il corollario alla regola – da tenere anch'esso bene in evidenza – recita che l'Autore di un testo può rileggere il suo scritto più e più volte, ma la parolina fallata e la virgola spaesata gli sfuggiranno comunque. Si tratta di un limite fisiologico: la mente segue, anzi precede, il filo della narrazione e passa letteralmente sopra agli errori.
In editoria – e quindi anche in Ghostwriter – il lavoro della correzione bozze è demandato a uno e persino più specialisti, cui viene affidato il compito puntuale della validazione del testo.
L'operazione si svolge sullo stampato, per simulare fedelmente il comportamento del lettore-tipo, e prevede più fasi di "va e vieni". Si inizia con la prima lettura della bozza fornita dall'Autore. Quest'ultimo riceve quindi il plico con le annotazioni manuali del Correttore per l'approvazione finale. Completati i necessari aggiustamenti, il testo ritorna alla lettura di verifica – magari a cura di un nuovo soggetto per un controllo incrociato – in modo da accertarsi che non vi siano errori sfuggiti nei passaggi precedenti e che tutte le correzioni concordate siano state puntualmente inserite.
Solo a questo punto arriva l'OK per la stampa.
Nell'industria di settore, al Correttore si affianca il cosiddetto Editor, il cui operato è persino più approfondito. Infatti, questa figura mitologica non rileva soltanto i banali errori di battitura, ma anche le verifiche sulle scelte stilistiche e di punteggiatura. Qui si confrontano impostazioni e visioni diverse: l'Autore alla ricerca di un approccio personale ai suoi lettori, l'Editor orientato al rispetto delle regole, almeno di quelle "strutturali".
Quando un testo contiene espressioni o nomi propri in lingua straniera, termini attinenti a località geografiche o registri tecnici, l'Editor si dedica anche al controllo ortografico mirato. Si assicura infine che vi sia verosimiglianza tra racconto e realtà: una caccia all'orso in Québec (ortografia certificata) non può concludersi con un barbecue sotto le palme.
Spesso, da questo lavoro a quattro mani il testo, lo scrittore e i vari controllori coinvolti ne escono rafforzati. In altri casi, per fortuna residuali, i soggetti in questione non ne escono affatto: il sano confronto tra adulti maturi ed equilibrati può infatti trascendere – toccami ancora una parola e te li correggo io i connotati, per sempre. Ma i creativi sono umorali, si sa.
Questo significa che per quanto tu fossi bravo in italiano durante i mitici anni delle superiori, quello dell'Editor e del Correttore non sono ruoli a cui puoi dar seguito.
Da qui, un paio di opzioni a tua disposizione.
Scenario A – pensi a tutto tu
Possibile senz'altro, ma terribilmente faticoso e ad alto rischio.
Ti consigliamo comunque di procedere in questo modo, almeno per dare una prima "ripulita" al testo scritto alle tre del mattino davanti a una tazza di tè (di solito, è così che vediamo gli scrittori nei film).
Quando hai completato la prima stesura dello scritto, chiudi computer e note e prenditi una vacanza (almeno dal testo). Devi riuscire davvero a creare un distacco tra la tua memoria e quelle pagine. Per questo, la pausa deve durare qualche giorno, idealmente una o due settimane. Quando decidi di riprendere il file, avrai probabilmente la lucidità necessaria per rilevare gli errori e i passaggi da correggere. Se ti dovesse scappare comunque qualche refuso, non fartene un cruccio perché è inevitabile.
In teoria, potresti anche ricorrere ad amici e parenti. Tuttavia, per quanto alfabetizzati e volenterosi, non essendo professionisti, potrebbero farsi coinvolgere più da elementi di stile e dal racconto che dai tecnicismi da vocabolario. Per questo, l'opzione deve essere considerata con cautela.
Ultima nota. Potresti essere tentato dal considerare tutto quanto sopra obsoleto: "Mica stiamo ancora all'era del calamaio… io utilizzo il correttore ortografico del mio programma di scrittura, fa tutto lui benissimo…"
Ecco, perfetto. Disattivalo non appena inizi a scrivere. La correzione automatica interviene alla cieca, trasformando nomi e cognomi, termini tecnici o vocaboli stranieri, località geografiche, sillabe, ecc. in altrettanti "non-sense". Ripulire tutto costa poi doppia fatica. Nell'editoria, si tratta di uno strumento perfido, dal quale si diffida, al quale non si delega mai in toto la funzione di "correzione-testi".
Scenario B – ti aiutiamo noi
In alternativa, ci proponiamo noi di Ghostwriter come tuoi Editor.
Possiamo svolgere per te tutte le funzioni assicurate dall'editoria tradizionale, ma – grazie a un'organizzazione smart – con tempistiche e costi ragionevoli. Riceverai un'assistenza personalizzata sia per il controllo ortografico dei testi, sia per la loro validazione stilistica e di merito. Una volta raggiunto l'accordo sul testo finale, potrai essere certo della conformità tecnica della pubblicazione.
E poi, operando a distanza, non ci saranno neppure pericoli di eventuali "effetti collaterali".
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