Mettiamola così: era un giovedì pomeriggio di una settimana come tante. Apro il laptop, digito qualcosa, poi qualcos'altro, m'imbatto in un gruppo WhatsApp fedele al culto del «Buongiornissimo! Caffè?!», mi perdo in un deserto digitale popolato soltanto da qualche indignatissimo utente Facebook e infine – con un certo sollievo – precipito su un articolo dal titolo: le regole della scrittura secondo Kurt Vonnegut. O una cosa del genere, insomma.
«E chi è 'sto Vonnegut?» mi chiederai. Per fartela breve, uno scrittore un po' rivoluzionario, alquanto geniale e molto cinico. Nel suo decalogo (meno due, ché le regole sono otto), l'autore si rivolge agli emergenti che vogliono dominare il mercato editoriale con i propri manoscritti freschi freschi di pubblicazione. Al punto numero sette, afferma: "Scrivi per dar piacere solo a una persona. Se apri una finestra e fai l'amore con il mondo, per così dire, la tua storia si prenderà una polmonite".
«Ha ragione» mi sono detta. E oggi voglio spiegarti il motivo.
Se la scrittura è comunicazione, il linguaggio ha la priorità (sempre)
Da quando la scrittura si è trasformata in un'occupazione full-time, mi sono imbattuta nelle opinioni di (tante) persone. Per alcuni, è un mestiere che necessita di moltissima ispirazione, per altri è una questione di duro lavoro, per altri ancora è un mix di genialità e sacrificio. Cinquanta e cinquanta. Il talento serve, no? Ma quanto è importante, come lo si riconosce e in che modo lo si allena nella palestra della comunicazione?
La verità è che dipende. Dipende dagli obiettivi che ti sei prefissato, dalla tipologia di supporto (il medium) di un testo, dallo stile e dalla voce, dal narratore e dai personaggi, dal genere di appartenenza e, per concludere, anche dalle aspettative dell'autore. Dipende, insomma.
Slogan e testi pubblicitari non hanno nulla a che vedere con un racconto breve o un romanzo di formazione. Anche gli script di una serie TV seguono regole comunicative differenti da quelle di un fantasy, di un giallo o di un horror. Come se non bastasse, i lettori hanno approcci eterogenei anche all'interno di un unico genere editoriale – quello dei manuali non-fiction, ad esempio. C'è chi cerca una lettura leggera e chi un mattone carico d'informazioni, chi uno stile divulgativo e chi un'esposizione scientifica, chi un libricino di poche pagine, chi un dizionario su tutto lo scibile umano con tanto di note a piè di pagina e bibliografia finale.
Che confusione, eh?
A determinare l'essenza di un libro è, dunque, il suo tuo linguaggio. Soltanto così, per (ri)citare Vonnegut, riuscirai a "dare piacere a una sola persona", trovando un pubblico realmente disposto ad ascoltarti e a riconoscersi nella tua voce.
Un paio di consigli per scrivere meglio
Appurato che la scrittura di un annuncio immobiliare segue principi linguistici ben diversi da quelli di una storia per bambini 8-12 anni, resta da capire come applicare il consiglio di Vonnegut per scrivere meglio (o almeno provarci).
- Prima di aprire il tuo bianchissimo documento Word o metterti in contatto con un ghostwriter, domandati: «qual è l'obiettivo del mio testo? Quale il materiale che ho a disposizione?». Riorganizzalo, tagliuzzalo, analizzalo sotto la lente di ingrandimento: potrà fornirti informazioni importantissime sul tipo di linguaggio e di voce più adatto a te.
- Rivolgiti a un lettore ideale. Il consiglio è valido soprattutto nel caso in cui tu voglia promuovere, vendere o persuadere potenziali clienti. Tuttavia, voglio essere sincera con te: un testo capace di creare immedesimazione e coinvolgimento emotivo è molto più di un insieme di parole che suonano bene tra di loro. Occhio, eh!
- Mettiti alla ricerca del famigerato tocco magico, quell'elemento che trasforma un libro ben scritto in un'opera d'arte. Noi di Ghostwriter siamo convinti del fatto che la qualità letteraria si ottenga (quasi) sempre ascoltando attivamente i clienti che si affidano ai nostri servizi di scrittura e di coaching. Soltanto così troviamo la voce più adatta alle loro esigenze e li aiutiamo a raggiungere un'audience coerente agli obiettivi letterari che si sono prefissati.
«Beh, a me sembrano consigli da quattro soldi…» potrebbe ribattere il più pedante tra i miei lettori. Attenzione, però: non cadere nell'errore di sottovalutare le basi di una comunicazione linguistica realmente efficace. Prima ancora degli avverbi di luogo e dei congiuntivi imperfetti, l'autore di un libro dovrebbe concentrarsi sul senso ultimo della scrittura.
Dopo aver chiarito il motivo per cui senti il bisogno di prendere la penna in mano e di stampare il tuo nome sulla copertina di un'opera, non devi fare altro che A) scrivere, scrivere e scrivere, oppure B) commissionare il tuo prossimo capolavoro a un team di esperti.
Dopotutto, noi di Ghostwriter crediamo che il mestiere dell'autore non sia affatto semplice. Se conoscessimo la formula matematica per vendere due milioni di copie… col cacchio che la condivideremmo con te! Quello che ti offriamo è piuttosto un servizio step by step schietto e professionale. Non ti illudiamo con false promesse, ma confezioniamo guanti e sciarpine in lana per i tuoi contenuti testuali affinché non si becchino una brutta polmonite letteraria – per citare Vonnegut.
Curioso di saperne di più? Mettiti in contatto con noi e raccontaci quali sono i tuoi progetti. Non vediamo l'ora di narrare, insieme a te, la tua personalissima storia.