Error 404 - Che fine hanno fatto i ghostwriter? I segreti di chi scrive un libro per conto di altri
«Davvero?» chiede.
Sono seduta da un'ora sulla poltroncina di una caffetteria. Il mio interlocutore è un tipo di Montpellier sulla trentina: ricci, baffi, occhiali di corno e una maglietta stropicciata che «non ho il ferro da stiro nel mio appartamento», si giustifica. Dopo qualche domanda di rito – «okay, ci prendiamo un caffè», «da quanto tempo sei qui ad Atene?» e una carrellata di «scusa, il mio inglese fa schifo» – mi domanda con curiosità: «Ma dimmi un po', tu che lavoro fai?».
Mi agito sulla sedia.
Che lavoro faccio?
Potrei dirgli che sono una scrittrice. Vietato. Risponderebbe: «Mi fai leggere qualcosa di tuo?». E io non ce l'ho qualcosa di mio.
Potrei cavarmi d'impiccio spiegandogli che confeziono contenuti editoriali per conto di altri, un po' come fossero abiti sartoriali. Vietatissimo. Domanderebbe: «Ma non ti viene voglia di pubblicare i tuoi romanzi per diventare famosa?».
Potrei più semplicemente rispondergli che sono una ghostwriter. Ogni giorno, tutti i giorni – indicativamente dalle ore undici del mattino alle ore diciassette del pomeriggio – il mio compito è parlare ops, scrivere la verità di altri.
Sì, hai capito bene.
A mio avviso, un libro contiene sempre un briciolo di verità. Intendo la verità del narratore, quella che coincide col suo mo(n)do di vedere le cose – stile, contenuti, ritmo, personaggi, messaggi, scene e forma. E nei panni di scrittori fantasma, noi di Ghostwriter ci occupiamo proprio di questo: trasformiamo le idee in cui credono i nostri clienti – quelle che li appassionano, li emozionano e li spingono sulla strada della pubblicazione editoriale - in un testo curato nei minimi dettagli.
Il francese mi lancia un'occhiata preoccupata.
«Quindi, ehm, che lavoro fai?» rincara la dose in un accento elementare, evidentemente confondendo la mia lotta interiore per una pessima comprehension inglese.
Tracanno la mia tazza di caffè con la foga di un maratoneta. Nella mia mente si fa strada una vocina perentoria: digli che scrivi, no?
Beh, mi piacerebbe moltissimo liquidare il problema in questo modo, sul serio, ma nella cassetta degli attrezzi di un ghostwriter non ci sono soltanto vocabolari e dizionari di sinonimi e contrari, libri di grammatica e una manciata d'intransigenza nei riguardi degli errori di battitura.
Nossignore. C'è molto di più.
Facciamo chiarezza.
L'identikit di un bravo ghostwriter: empatia, curiosità e sospensione del giudizio
La scrittura di libri per conto di altri è un'attività fondata su un rapporto di fiducia reciproca. Sì, come il matrimonio. È molto importante che l'autore intervisti il proprio interlocutore con empatia e spirito critico al fine di comprendere la verità, la visione del mondo e gli obiettivi altrui. Il cliente vuole pubblicare una biografia familiare? Oppure promuovere i prodotti o i servizi della sua azienda per raggiungere un'audience via via crescente? O magari mettere nero su bianco un romanzo fantasy ambientato in un castello pieno zeppo di maghetti e…? Ehm, aspetta, questa l'ho già sentita.
Dicevo, i libri hanno una duplice funzione: da un lato rafforzano l'immagine pubblica di un'impresa o di un marchio (Corporate e Brand Identity) e, dall'altro, sono mezzi privilegiati mediante cui raccontare una storia. Sì, anche la tua o quella del francese che – dall'altro lato del tavolino da tè – mi osserva con espressione evidentemente turbata.
Per riuscire nell'intento, noi di Ghostwriter ci affidiamo a competenze eterogenee:
- Empatia, empatia, empatia. L'ho già detto? Il ghostwriter è una figura mitologica a metà tra uno psicoanalista freudiano e un amico di vecchia data. Dal momento che ogni nostro cliente comunica, parla, pensa e scrive in maniera unica, anche la nostra voce letteraria deve sintonizzarsi sulle stesse lunghezze d'onda (bzzz) dell'interlocutore. Siamo tanto fedeli alla voce delle persone che si affidano a noi da considerarci dei traduttori di storie.
- Curiosità. Tanta. Il modo migliore per scrivere libri di qualità è porsi (e porre) domande di qualità. Come? Dove? Quando? Ma soprattutto, perché? Intervistiamo i nostri clienti in un clima rilassato, ma recuperiamo le informazioni rilevanti con rigore (quasi) scientifico. Siamo un po' filosofi e un po' economisti, un po' sociologi e un po' politici. Ma se la tua passione è lo studio degli uccelli acquatici ci trasformeremo in ornitologi DOC. Abbiamo già preparato cappello e binocolo!
- Sospensione del giudizio. La scrittura di un libro su commissione richiede anche una buona dose di privacy. È vero, chiediamo ai nostri clienti di fornirci un piccolo accesso al proprio mondo interiore, ma non per questo ci sentiamo in diritto di spettegolare i loro segreti-segretissimi ai quattro venti. I nostri contratti di riservatezza tutelano i clienti non soltanto giuridicamente, ma anche emotivamente. Mentre ci parli di te e delle tue (dis)avventure passate, sai di tenerti alla larga da giudizi e pregiudizi.
Quelli che scrivono libri per conto di altri: chi sono gli scrittori fantasma?
(Auto)biografie, romanzi, manuali, ricettari, saggi… sono i prossimi libri con cui noi di Ghostwriter vogliamo riempire gli scaffali di tante, tantissime librerie. Dal nostro personalissimo punto di vista, il tuo nome sulla copertina è testimonianza di una cooperazione di successo tra la tua voce e la nostra voglia di metterci nei tuoi panni mentre svolazziamo indisturbati in una casa infestata. Buuu!
Sì, vorrei spiegare queste (e molte altre) cose al tipo di Montpellier che ha appena rovesciato mezza bustina di zucchero fuori dalla tazzina, ma la verità è che il mio cervello, alla domanda «che lavoro fai?» mi reindirizza su una pagina cerebrale 404 not found.
Sì, la stessa che interrompe la tua navigazione su Internet quando ti metti alla ricerca di un nuovo paio di scarpe o di un rimedio al rubinetto della cucina che ti tiene sveglio col suo plinc plinc tutta la notte.
Prendo fiato.
«Scrivo libri» gli dico. Poi aggiungo: «Per conto di altri!».
Il tipo solleva riccioli e baffi in un colpo solo, e strabuzza gli occhi in un'espressione un po' bovina.
«Davvero?» chiede.
Sì, giurin giurello, tutto vero. E se anche tu sei interessato a intraprendere la strada editoriale per narrare la tua storia, ma non sai da dove cominciare, mi (ci) trovi qui: un team affiatato e professionale per iniziare la tua avventura con il piede giusto. Ah, siamo anche simpatici. Promesso!
Ti aspettiamo!
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